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La visita al patrimonio storico, architettonico e naturalistico del territorio di Càsola Valsenio non può che iniziare dal centro storico, seguendo la via principale (via G. Matteotti). L’accesso da nord è ancora sorvegliato dalla Torre di Galbetto del sec. XVI, visibile solo dall’esterno. Risalendo, la strada si allarga nella piazza L. Sasdelli, “cuore” del paese, con un porticato, in parte chiuso, dove si teneva il mercato della seta. Proseguendo, si fiancheggiano palazzi che, sotto i segni del tempo, rivelano un’antica signorilità, fino alla Torre dell’Orologio che domina la facciata della dismessa chiesa di Santa Lucia e, sul lato opposto della via, l’accesso all’antico e suggestivo vicolo Rimesse.

 

Dal centro storico si può scendere al Parco fluviale, un percorso che s’intreccia con il corso del Senio tra alte ripe di stratificazioni rocciose. Oltre il centro storico, verso il colle, si stende l’abitato moderno con il Parco “G. Cavina” che ospita i monumenti ad Afredo Oriani e ai Caduti, illustrati da pannelli. Il paese è dominato dai resti dalla Chiesa di Sopra (sec. XIII) con tratti murari e un campanile a vela che sorregge una campana che viene suonata alla nascita di ogni nuovo casolano. Lasciando il paese ed imboccando la SP 306 di fondo valle verso nord si trova, ad un chilometro, il Cardello, la casa-museo dello scrittore Alfredo Oriani (1852-1909) aperta al pubblico (info ai n. 0546.71044 e 3429915351). Oltre alla casa, splendido esempio di abitazione signorile di campagna, il complesso comprende il mausoleo dello scrittore ed un parco di notevole pregio botanico. Poco più a valle si trova l’Abbazia di Valsenio, fondata attorno al Mille dai Benedettini: recenti lavori di restauro della chiesa hanno portato alla luce una suggestiva cripta visitabile, come il resto del complesso, contattando i n. 3356534176 e 3471714411. Proseguendo lungo la SP. 306 si entra nel “Parco regionale della Vena del gesso romagnola” attraversato da una dorsale di solfato di calcio, variamente cristallizzato e stratificato in imponenti bancate. Un ambiente ricco di grotte e percorsi per il trekking tra una flora ed una fauna tipiche del luogo.

 

Lungo la strada che, dal limite nord del capoluogo, sale il versante sinistro della valle si giunge, dopo un chilometro, al Giardino delle Erbe “A. Rinaldi Ceroni (tel. 0546.73158). Vi si coltiva un campionario di oltre 450 varietà di piante officinali per la cucina, la medicina e la cosmesi. È un museo vivente capace di interessare studiosi ed appassionati, sempre visitabile con le dovute accortezze mentre nelle giornate di lavoro o di visita si possono acquistare prodotti di erboristeria e piante officinali ed anche visitare la Camera delle meraviglie, l’Olfattario e la Galleria dei profumi. Proseguendo fino al crinale e deviando a sinistra, la strada di crinale porta a Monte Battaglia, sulla cui cima spiccano i resti murari e la torre di una rocca del XIII secolo. L’altura di 715 m. slm è stata teatro di battaglie per secoli, fino ai cruenti combattimenti che nell’autunno del 1944 videro fronteggiarsi partigiani, americani ed inglesi da una parte e truppe germaniche dall’altra. Vicende e caduti sono ricordati da un monumento in bronzo di Aldo Rontini e da lapidi, compresa quella di parte tedesca, che fanno di questo luogo una testimonianza di pace. Altri luoghi rivestono interesse per il visitatore: la Chiesa parrocchiale del capoluogo con pregevoli stucchi, la Chiesa di S. Apollinare col suo bel campanile, il Santuario della Rivacciola, la Torre di Ceruno di proprietà privata ed il vicino crocicchio di Settefonti dove convergono ben sette tra strade e stradelli che fanno di questo incrocio un luogo di magie e di paure.

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